TOTO’ – (a Peppino) Dopo ti spiego. (Al vigile) Noio… volevam… volevàn savoir… l’indiriss…ja..
VIGILE – Eh, ma bisogna che parliate l’italiano, perché io non vi capisco.
TOTO’ – Parla italiano? (A Peppino) Parla italiano!
PEPPINO – (al vigile) Complimenti.
TOTO’ – (al vigile) Complimenti! Parla italiano: bravo!
VIGILE – Ma scusate, dove vi credevate di essere? Siamo a Milano qua!(da Totò, Peppino e la Malafemmina)
Già nella beata calma dell’utero materno impariamo a parlare, parlare, parlare … (anche senza ascoltare, spesso). Esiste una legge biologica che ci appartiene istintivamente come esseri umani: massimizzare l’efficacia comunicativa con il minimo sforzo, quando si dice non sprecare fiato. Coso, passami il coso del coso sul coso…
La Lingua Madre è quella con la quale ci parlano nei nostri primi mesi di vita – in quel modo anche un po’ idiota, imbarazzante e cuccioloso in cui siamo soliti rivolgerci ai bambini. Gli scienziati, comunque, dicono che questa enfasi acustica sia molto efficace nell’apprendimento del linguaggio. Sì, ma anche meno.
In effetti, a parte alcune eccezioni, la prima parola che pronuncia un bambino è mamma. A 18 mesi, statisticamente, un bambino possiede un proprio vocabolario di venti parole, pronunciate come può. Il lessico italiano ha duecentocinquantamila parole e solo seimilasettecento vengono usate quotidianamente e sono necessarie per farsi capire nella vita di tutti i giorni.
Usiamole queste benedette parole! Non credo nell’esistenza dei sinonimi, una non vale l’altra. Un gatto grande non è una tigre e nemmeno un gattone. Un gattaccio non è tenero quanto un gattino. E poi, il magico potere della S – con la quale uno spregiudicato può essere ammanettato e diventare un pregiudicato.
Poi, ci sono i casi limite. In seconda elementare, Matteo mi aveva mandato un bigliettino sottobanco. C’era scritto: PATRIZZIA TI VUOI METTERE CON ME? SI’ – NO. Sorvoliamo sulla mia scelta amorosa, che non è pertinente. Severa ma giusta, con la matita rossa avevo messo una croce enorme sulla seconda zeta. Pure certi atteggiamenti evidentemente sono atavici, chissà…
Parlo (quasi) correttamente tre lingue oltre a quella madre, l’Italiano. Penso che il corretto uso della grammatica e la padronanza lessicale sia molto sexy in qualsiasi idioma. Fermo restando che due cose non puoi fare se non con la lingua della tua nazionalità: fare l’amore e arrabbiarti. Mi verrebbe da dire “Parla come mangi!”.
Qual è la tua parola preferita nella tua Lingua Madre o nel tuo Dialetto? Fatecelo sapere nelle vostre Storie taggandoci @cm09aps!
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* Patrizia
Scritto da: blog_user
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